Uno dei tesori della Puglia è il Fico d'India!
Il Fico d'India (Opuntia ficus-indica) è un vegetale appartenente alla famiglia delle Cactaceae, la stessa del cactus e di altre piante succulente.
E' originario del Messico ma, data la sua resistenza e la relativa facilità di coltura, in seguito alla scoperta delle Americhe ed ai successivi scambi commerciali (tra il XV ed il XVI secolo), venne importato con successo in molti paesi del bacino del Mediterraneo (oltre che in Asia e Oceania); tant'è che ad oggi il fico d'India è considerato il principale alimento estivo delle popolazioni nord-africane.
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DESCRIZIONE:
E' una pianta a crescita molto rapida che può raggiungere i 3-5 metri di altezza, le cui radici sono generate dalle “foglie” carnose (le pale) che si sovrappongono, dando vita alla caratteristica forma dell’albero senza tronco e senza rami, che contraddistingue questo vero e proprio miracolo della natura.
I fiori sono gialli e vistosi, mentre i frutti dalla forma ovoidale si formano in cima alle foglie e sono ricoperti di spine.
La sua caratteristica peculiare è il “cladodio”, cioè la pala, che in realtà e’ un otre per contenere la preziosa acqua.
La parte interna del cladodio a cui è demandata la funzione fotosintetizzante, è costituita da un tessuto che assolve la funzione di immagazzinamento dell’acqua e che determina l’adattabilità del fico d’india a condizioni di estrema siccità.
Sotto il tessuto vi è una fitta rete, simile a una ragnatela, verde e flessibile finchè la pala serve da riserva d’acqua e da supporto a fiori e frutti; ma che si trasforma in lignea, resistente e rigida quando al cladodio è richiesto di trasformarsi in tronco.
La coltivazione del fico d’india è semplice perchè attecchisce facilmente e non richiede interventi onerosi.
Resistentissimo al caldo e alla siccità si moltiplica usando le pale di circa 2 anni di eta’ che si staccano dalla pianta madre, si espongono in pieno sole per cicatrizzarne i tagli e poi si interrano per i due terzi.
In fatto di terreno questa pianta non ha esigenze particolari, si adatta anche a quelli poveri e sassosi.
Ancora oggi il fico d’india è coltivato allo stato naturale ed e’ uno dei pochi frutti sul quale non sono fatti trattamenti chimici.
Una particolare tecnica per ottenere frutti grossi e saporiti consiste nell’ eliminare dopo la fioritura buona parte dei frutticini allegati, i quali si riformeranno in autunno con caratteristiche qualitative eccezionali.
In Italia sostanzialmente ci sono solo tre tipi di fichi d’india, che differiscono per la colorazione del frutto: gialla (Sulfarina), bianca (Muscaredda) e rossa (Sanguigna).
I primi frutti sono tondeggianti, quelli più tardivi hanno una forma allungata e peduncolata.
Ogni frutto contiene un gran numero di semi, nell’ordine di 300 per un frutto di 160 gr.
