Grano dei morti - lacucinapugliese

Grano dei morti

Tra le specialità della tradizione culinaria pugliese c'è il Grano dei morti!

Il Grano dei morti è una specialità legata alla Commemorazione dei Defunti, che ricorre il 2 Novembre.

E' un dolce tipico della provincia di Foggia e la denominazione dialettale è: Cicc Cuòtt!

STORIA:

Si narra nella mitologia greca che Demetra, dea della terra coltivata e delle messi (che i Latini chiameranno Cerere), unendosi con Zeus generò Kore, o Persefone, che in epoca latina sarà nota come Proserpina.

Il mito narra che Kore fu rapita da Ade (il dio degli Inferi, Plutone per i Romani) mentre raccoglieva fiori nei pressi del lago di Pergusa, vicino Enna, che la condusse con sé nell’oltretomba. Le urla di Persefone giunsero fino a Demetra, la quale vagò per tutta la Grecia per nove giorni e nove notti in cerca della figlia perduta. Il dio Elio riferirà a Demetra del ratto di Kore, cosicché la dea, presa dal dolore, si rifugiò a Eleusi abbandonando le sue funzioni divine.

La terra resa sterile dalla fuga di Demetra, generò l’ira di Zeus, che ordinò ad Ade di liberare Kore. Il dio degli Inferi acconsentì ma non poté eseguire gli ordini, perché Kore aveva mangiato (ingannata da Ade) dei chicchi di melograno, condannando se stessa alla permanenza perenne nell’Ade. La soluzione al problema fu un compromesso: Kore avrebbe trascorso una parte dell’anno (dalla semina fino alla fine dell’inverno) nell’Ade quando la terra non produce frutti, e il resto sulla terra insieme alla madre quando invece la terra rifiorisce e le piante crescono rigogliose. Demetra così, abbandonò Eleusi e tornò a far germogliare i campi.

Si pensa che il legame tra melograno e il Mitologia greca, sia all’origine di uno dei dolci simbolo della provincia di Foggia, legato alla ricorrenza dei morti: il grano cotto.

Ancora oggi in Grecia si è soliti consumare del grano cotto sulla tomba del caro estinto. Ma questo piatto è legato anche alla vicenda dell’Imperatore Giuliano l’Apostata, che avvelenò il grano dei cristiani, i quali si salvarono mangiando del grano bollito per 40 giorni.

Con il passare degli anni il legame con il culto dei morti non è mai venuto meno, divenendo parte integrante della tradizione religiosa della Puglia e non solo. Il grano è simbolo della rinascita, il melograno simboleggia il sangue e la fertilità. Ancora oggi, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, si è soliti lasciare sulla tavola imbandita un piatto di grano cotto, simbolicamente offerto alle anime dei defunti.

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Non si potevano scegliere ingredienti migliori per omaggiare i defunti, specialmente in una terra come la Puglia che di grano e melograni è ricchissima!

Si capisce allora il senso di un dolce così speciale, che unisce in pochi ingredienti, gusto e immaginario collettivo, come solo le grandi tradizioni popolari sanno fare!

Questo piatto non viene commercializzato ma tradizionalmente fatto in casa e consumato in famiglia!

Vi lascio la ricetta!

PER 6 PERSONE:

INGREDIENTI

  • 500 gr di grano tenero (varietà: bianchetta);
  • 1 melograno;
  • 150 gr di noci sgusciate;
  • 100 gr di cioccolato fondente;
  • q.b vincotto (o cotto di fichi);
  • cannella (facoltativo);
  • zucchero (facoltativo).

PREPARAZIONE

  1. Lasciate il grano in ammollo per una notte intera. Il giorno dopo risciacquatelo e scolatelo.
  2. Prendete quindi una pentola, versatevi il grano e aggiungete acqua fredda fino a coprirlo abbondantemente. Portate a ebollizione e lasciate cuocere per circa un’ora.
  3. Trascorso questo tempo, fatelo raffreddare e solo allora scolatelo e versatelo in una ciotola.
  4. Sbucciate il melograno e sgranatelo.
  5. Tagliare a pezzetti il cioccolato fondente.
  6. Tritate le noci.
  7. A questo punto unite tutti gli ingredienti al grano (a piacimento la cannella e per chi vuole un paio di cucchiai di zucchero).
  8. Solo all’ultimo momento è possibile aggiungere il vincotto oppure il cotto di fichi, perché altrimenti rischierebbe di rendere eccessivamente duro il composto.
  9. A questo punto amalgamare bene il tutto e servite!
CONSERVAZIONE:
Si può conservare in frigo ma non per più di due giorni.

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